Qualcosa di positivo questo periodo lo ha portato: gli italiani hanno scoperto in massa lo smart working e una stragrande maggioranza (ben il 56%) vorrebbe continuare a lavorare da remoto anche dopo il lockdown, una volta tornati alla normalità, quando verranno meno le restrizioni agli spostamenti, lavorando da casa soltanto qualche giorno al mese.

L’Osservatorio su “come e perché cambiano le nostre vite” realizzato da Nomisma, ha avviato un’indagine settimanale, su un campione di mille intervistati, che monitorerà per 12 settimane le opinioni e i trend dei lavoratori per comprendere le trasformazioni in atto, quanto saranno profonde e quanto persisteranno in modo strutturale anche dopo il Coronavirus.

Un’opportunità per ripensare i processi produttivi.

Secondo Nomisma, organizzazioni, aziende, lavoratori, seppur forzati da una situazione di emergenza, stanno sperimentando un nuovo modo di lavorare, usando strumenti digitali innovativi e accelerando un processo organizzativo che in tempi normali avrebbe richiesto anni.

«Questo è un traguardo da cui aziende e pubbliche amministrazioni non devono tornare indietro. E’ un’opportunità da cogliere per ripensare i processi produttivi alla luce di una cultura dello smart working»

Dal rapporto dell’Osservatorio.

Lo smart working è ormai divenuto parte integrante dell’organizzazione aziendale è un modo per conciliare meglio lavoro e famiglia.

Gli effetti negativi dell’inquinamento e del traffico, come indicato dalle rilevazioni di emissioni, sono scesi drasticamente nei giorni del lockdown.

La digitalizzazione è diventata per molti, non solo un nuovo modo di lavorare, ma anche di apprendere. Il 28% degli italiani ha dedicato il proprio tempo ad aggiornarsi con corsi di formazione online o webinar e questa tendenza continuerà anche dopo il lockdown.

Da un recente sondaggio, è emerso che che queste buone abitudini dei singoli individui, persisteranno nella stessa modalità di quella attuale per il 32% e per il 13% perfino in misura superiore.

Come gli italiani hanno preso il lockdown.

Il 74% degli italiani ritiene giusto il blocco nazionale e il 41% si aspetta un ritorno alle prime forme di normalità a metà maggio. Il 27% degli italiani, invece, non si aspetta grandi cambiamenti prima di giugno. L’Osservatorio, evidenzia, inoltre, che nelle ultime tre settimane solo il 14% degli italiani ha mantenuto alto l’umore, mentre il 43% ha vissuto alti e bassi a causa della situazione incerta.

Cosa cambierà?

Stanno cambiando le interazioni umane, il lavoro, il nostro modo di pensare agli spostamenti. Le aziende del futuro devono essere snelle, dinamiche, digitali e capaci di ricreare la propria struttura senza perdere la sostanza, qualunque sia lo scenario, sempre con uno sguardo attento ai bisogni reali delle persone.

Oggi più che mai, lo smart working non è più “il futuro” bensì il presente.