Che quello dello smart working fosse un modello di successo lo avevamo già intuito sin dai primi mesi della pandemia nel 2020. In breve tempo il lavoro da remoto si è imposto come un modello vincente, conciliando perfettamente il lavoro con gli impegni della vita privata. Proprio per questo motivo il governo ha pensato di raddoppiare il bonus smart working 2021 prorogandolo ufficialmente sino al 31 dicembre 2021. 

Il bonus è indirizzato sia ai lavoratori della Pubblica Amministrazione sia a quelli del settore privato e permette al lavoratore di poter allestire all’interno della propria abitazione uno spazio dedicato al lavoro da remoto. 

Come può essere utilizzato il bonus smart working 2021?

Inizialmente il Decreto Sostegni aveva previsto un bonus di 258,00 Euro in aiuto a tutti i lavoratori in modalità smart working, ma una notizia dell’ultima ora conferma la scelta da parte del governo di raddoppiare la somma raggiungendo quota 516,00 Euro per ogni dipendente. Il bonus può essere speso per l’acquisto di mobili da ufficio in modo che il lavoratore possa avere la possibilità di creare all’interno della propria abitazione uno spazio per lavorare in smart working. Il bonus può essere richiesto solo dal proprio datore di lavoro. 

E la connessione a internet?

Il 24 maggio 2021, l’Agenzia delle Entrate si è espressa in merito alla questione sulla normativa che riguarda la connessione internet per il lavoratore in smart working sostenendo che le spese relative ad una buona connessione dati siano a carico del datore di lavoro, detassando quindi la connessione a internet per il lavoratore da remoto.

I redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49 del TUIR, sono disciplinati, ai sensi del successivo articolo 51, comma 1, dal principio di onnicomprensività, in applicazione del quale “tutte le somme ed i valori in genere a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro” costituiscono reddito imponibile per il dipendente. Laddove, invece, il legislatore non abbia indicato tale criterio forfetario, i costi sostenuti dal dipendente nell’esclusivo interesse del datore di lavoro, devono essere individuati sulla base di elementi oggettivi, documentalmente, accertabili, al fine di evitare che il relativo rimborso concorra alla determinazione del reddito di lavoro dipendente. 

Fringe Benefits: di cosa si tratta?

I fringe benefits sono un contributo aggiuntivo alla retribuzione del dipendente e quindi al suo reddito. Secondo l’art. 51 comma 3 del TUIR, Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, i fringe benefits non vengono corrisposti sotto forma di denaro ma di beni e servizi. Questi benefits in natura si rivolgono ai lavoratori per agevolarli nel loro tenore di vita, oltre a sostenere le spese per i strumenti di lavoro. Computer, cellulare, affitto dell’abitazione, assicurazione rientrano nei fringe benefits che l’azienda deve evidenziare nel contratto individuale.

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