Le reclute all’interno dell’esercito americano sono in calo e arruolare i gamer sembra essere la risposta per contrastare tale tendenza. Utilizzare i social media, gli eSports e i videogiochi più popolari, come Call of Duty e Fortnite, per attrarre i giovani verso la carriera militare: questa l’idea dell’U.S. Army.

In questo articolo esploreremo la recente notizia che ha fatto discutere, secondo cui l’esercito americano, per ovviare al calo di militari negli ultimi anni, avrebbe ricercato nuove reclute tra i gamer. Ci focalizzeremo sulla delicata intersezione tra realtà virtuale e reale e le implicazioni etiche connesse. Condivideremo anche una breve analisi sull’industria videoludica statunitense e sui vantaggi derivanti dall’esperienza di gioco.

L’esercito americano cerca reclute tra i gamer

Il gaming è un fenomeno popolare.

Questa affermazione porta al suo interno svariati significati, ma sicuramente primo fra tutti la comprensione che il settore in esame si sia sempre più allargato in termini di età, di professioni, di genere, di provenienza geografica, rappresentando una forma di intrattenimento se non per tutti sicuramente per molti. L’esercito americano ha cercato di sfruttare la potenza del videogioco, e degli eSports in particolare, come medium al fine di ovviare al calo di militari degli ultimi anni. Dopo la guerra in Vietnam, infatti, non c’è più la coscrizione obbligatoria e l’armata americana può contare soltanto sull’arruolamento volontario da parte dei cittadini.

Sembra una strategia di marketing, quindi, rivolgersi agli appassionati di videogiochi soprattutto di scenari bellici come Call of Duty e Fortnite che, tra i tanti motivi per cui sono stati scelti, c’è sicuramente quello di contare su milioni di gamers solo negli Stati Uniti. Nascosta, c’è anche la volontà di far passare un’immagine più giovanile dell’esercito: un sottinteso desiderio di rinnovare la considerazione dell’esercito, rendendola più accessibile e moderna. Questa nuova strategia comunicativa cerca di trasmettere un messaggio di attualità e coinvolgimento, apparentemente mascherato dalla semplice appartenenza alle forze armate.

Forze armate e mondo gaming: un breve excursus

Reclutare giovani tramite i videogame non risulta però essere una novità.

Secondo un’indagine condotta dal quotidiano britannico The Guardian, la marina utilizza annualmente tra il 3% e il 5% del suo budget di marketing per iniziative di eSport. Questo si traduce in circa 4,3 milioni di dollari spesi dall’ottobre 2022 al settembre 2023, come riportato nei documenti di bilancio ottenuti tramite una richiesta di accesso agli atti.

I militari americani hanno inaugurato la loro strategia di avvicinamento ai giovani videogamer già qualche anno fa con la creazione di un team ufficiale di eSports. Nel 2019 è stato istituito il team Goats & Glory, composto da 12 soldati della Marina degli Stati Uniti diventati professionisti in giochi come Call of Duty e Rocket League. Oltre a partecipare regolarmente a tornei nazionali, la squadra organizza visite nelle scuole dove condividono con gli studenti la passione per i videogame, come Mario Kart o Tekken. Più di recente anche l’aeronautica e la guardia costiera hanno formato squadre di eSport.

Inoltre, i reparti militari hanno avviato canali su Twitch, una piattaforma di intrattenimento focalizzata sul mondo dei videogiochi. Attraverso questi canali, i soldati condividono in tempo reale le loro sessioni di gioco e condividono le loro esperienze all’interno dei corpi militari, rispondendo alle domande degli spettatori e incoraggiando coloro che li guardano ad arruolarsi.

Nel tentativo di attirare nuove reclute, le forze armate statunitensi hanno creato anche la Military Gaming League: un’organizzazione a cui può aderire solo personale dell’esercito o veterani e il cui obiettivo è quello di giocare, competere e creare nuove leggende nel settore degli eSports.

L’aumento del realismo nei videogiochi ha inoltre spinto le Forze Armate a utilizzarli per addestrare il loro personale, offrendo simulazioni interattive che consentono ai militari di riprodurre fedelmente diverse situazioni di combattimento.

Cosa sono gli eSports?

Con l’aumento della loro popolarità, oggi gli eSports sono un fenomeno globale: gli Stati Uniti hanno puntato su questo fenomeno emergente, vedendolo come un potenziale mercato per un gran numero di reclute. Ma, cosa sono esattamente gli eSports?

Gli eSports, o sport elettronici, sono competizioni organizzate di videogiochi multiplayer, spesso tra giocatori professionisti, individuali o in squadre. Questi tornei possono coinvolgere una vasta gamma di generi di giochi, tra cui sparatutto in prima persona (FPS), giochi di strategia in tempo reale (RTS), giochi di combattimento, giochi multiplayer online (MOBA) e molti altri.Gli eSports sono cresciuti notevolmente in popolarità negli ultimi anni, diventando un fenomeno globale con milioni di spettatori online e offline. I giocatori professionisti possono competere in tornei di alto livello, vincendo premi in denaro e sponsorizzazioni. Gli eventi di eSports sono trasmessi in streaming su piattaforme online come Twitch, o YouTube Gaming, consentendo agli appassionati di seguire le competizioni in tempo reale e di interagire con giocatori e spettatori attraverso la chat.

 L’industria dei videogiochi negli Stati Uniti

Secondo le ricerche dell’Entertainment Software Association, il gioco è un bisogno universale: negli Stati Uniti, i videogiochi sono uno dei passatempi più amati da individui di tutte le età.
Alcuni dati  nel dettaglio: 

  • il 62% dei giocatori è composto da adulti
  • il 72% dei giocatori è composto da ragazzi (minori di 18 anni)
  • il 53% è uomo
  • il 46% è donna

In ordine di preferenza, i generi più giocati dai gamers sono:

  • Puzzle 
  • Arcade
  • Abilità
  • Sparatutto
  • Azione

Il 45% dei giocatori concorda sul fatto che i videogiochi hanno il miglior rapporto qualità-prezzo rispetto a film, TV e musica. Il 75% dei giocatori, infatti, passa almeno 4 ore a settimana su tutte le piattaforme di gioco e i più appassionati arrivano a quasi 13 ore settimanali.

Entro il 2023 almeno 45 milioni di persone saranno spettatori di eventi eSport.

L’industria dei videogiochi continua a crescere e adattarsi alle esigenze di un pubblico sempre più vasto e diversificato. Questi dati evidenziano l’entusiasmo crescente per il mondo dei videogiochi, prevedendo un futuro sempre più luminoso per questa forma di intrattenimento interattivo.

 Il confine tra virtuale e reale

I videogiochi, in costante evoluzione, stanno attraversando una fase di trasformazione senza precedenti. L’avvento di tecnologie all’avanguardia ha reso i giochi sempre più coinvolgenti e realistici, al punto da quasi sfumare il confine tra il mondo virtuale e quello reale. Questa fusione ha dato vita a esperienze immersive che vanno ben oltre il semplice intrattenimento. In questo nuovo panorama, i giocatori non solo si divertono, ma sviluppano competenze e skill preziose che possono avere un impatto tangibile anche nella vita quotidiana.

I videogiochi non solo offrono intrattenimento, ma anche occasioni per migliorare le abilità e stimolare le nostre menti. Durante le loro esperienze videoludiche, i giocatori dimostrano e sviluppano una serie di abilità e competenze, tra cui capacità di risolvere problemi, la perseveranza di fronte ai fallimenti, la gestione dello stress, eccellenti capacità di orientamento. Inoltre:

  • è possibile sviluppare una buona comunicazione e collaborazione con altri membri della squadra;
  • prendere decisioni cruciali durante il videogame per il successo della squadra può contribuire a sviluppare capacità di leadership;
  • alcuni giochi incoraggiano la creatività e l’immaginazione, fornendo spunti per esplorare nuove idee e soluzioni innovative;
  • infine, i videogiochi spesso richiedono reazioni rapide e precise, migliorando i riflessi e la velocità di risposta.

Le competenze acquisite attraverso i videogiochi possono certamente essere utili,  soprattutto nel settore bellico dove la tecnologia e la strategia giocano un ruolo cruciale.

Tuttavia, bastano per essere preparati ad una situazione bellica reale?

Come si può immaginare,  i videogiochi non possono fornire l’addestramento fisico e la resistenza richiesti in ambiente bellico, come il marciare per lunghe distanze o sollevare pesi. D’altro canto, nel contesto bellico, nonostante i videogiocatori siano familiarizzati con le rappresentazioni di guerra nei videogiochi per la loro esperienza di gioco, potrebbero comunque trascurare l’effettivo impegno fisico richiesto in situazioni reali di combattimento, considerando che, indossando uniformi, armi e attrezzature, potrebbero portare fino a 30 o 40 chili di materiale. 

I videogame possono sicuramente simulare situazioni pericolose ma non possono riprodurre il vero pericolo e la tensione di un conflitto armato reale. Sebbene possano aiutare a sviluppare alcune abilità tattiche e strategiche, l’addestramento militare reale coinvolge complessi scenari tattici che richiedono esperienza pratica e addestramento specifico.

Videogame e reclutamento: questioni etiche

Tornando al caso dell’esercito statunitense, diverse preoccupazioni sono state sollevate riguardo le modalità di reclutamento militare attraverso i social media e i videogiochi, specialmente quando si tratta di interazioni con minori. Emergono diverse questioni etiche e pratiche che richiedono una seria considerazione e regolamentazione.

L’utilizzo di piattaforme come Twitch per il reclutamento, o anche il coinvolgimento diretto nelle scuole, apre interrogativi sulla trasparenza e sull’etica di tali pratiche. La mancanza di restrizioni e controlli adeguati potrebbe far giungere questo tipo di comunicazioni  ad un target di minori e giovani facilmente impressionabili, che potrebbero non avere la maturità necessaria per comprendere appieno le implicazioni del servizio militare, sottovalutandone la serietà. Inoltre, la presentazione dell’attività militare come un’esperienza simile a un videogioco potrebbe distorcere la percezione dei giovani riguardo alla realtà del servizio militare e dei suoi rischi. Esiste anche la possibilità ragionevole che i destinatari di tali strategie di reclutamento siano utenti minorenni, molto al di sotto dell’età legale per essere reclutati.

Come poter dunque bilanciare la promozione delle forze armate con l’etica e il rispetto dei diritti dei giovani giocatori? Una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’istruzione e la consapevolezza tra i giovani riguardo alle implicazioni del servizio militare e dei rischi associati. Le scuole e le comunità potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel fornire informazioni accurate e complete sui vari percorsi di carriera disponibili, compreso il servizio militare, in modo che i giovani possano prendere decisioni informate e consapevoli in merito ad una professione impegnativa come la carriera militare.

Videogame: quali i benefici?

Dopo esserci posti alcuni interrogativi sia in merito alle strategie comunicative che sfruttano i videogiochi in maniera talvolta poco trasparente, sia in merito al confine tra virtuale e reale, ci chiediamo adesso quali possano essere le implicazioni positive di quest’ultimo fenomeno. 

Se infatti è vero che il crescente realismo nei videogiochi porti sempre più ad assottigliare la frontiera con il mondo “fisico”, è anche vero che la pratica e l’esercizio ottenuti attraverso i videogiochi hanno aspetti positivi e applicazioni utili nella vita reale: questa prospettiva offre uno sguardo interessante sul potenziale benefico di un’attività spesso associata solo al tempo libero e all’intrattenimento.

Attraverso la partecipazione attiva a giochi che richiedono abilità, strategia e reattività, gli individui possono sviluppare competenze trasferibili a diversi ambiti della vita quotidiana e professionale. Ad esempio, giochi come “SimCity” o “Minecraft” possono potenziare le capacità di pianificazione e problem-solving, mentre i giochi di ruolo online, tra cui anche il nostro Path of the Hero in arrivo nei prossimi mesi (clicca qui per saperne di più) possono migliorare le abilità di comunicazione e collaborazione. Questa prospettiva sfida l’idea convenzionale dei videogiochi come semplici passatempi, suggerendo che, con l’approccio giusto, possono fungere da strumenti per lo sviluppo personale e professionale.

Giocare ai videogame porta, quindi, una serie di benefici. Videogiocare, del resto, implica un esercizio mentale e fisico, che stimola la mente e i riflessi, promuove l’attivazione delle sinapsi e spesso migliora la velocità di risposta di fronte a sfide o enigmi da risolvere.