Diciamolo pure chiaramente: quello dell’editoria, o più in generale la stampa tradizionale, era un settore già in crisi da decenni, per la precisione dall’avvento dei primi bloggers negli anni novanta.

Il Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la condizione che interessa tutto il settore in questione: gli editori faticano a vendere i libri, non è un caso che le big company si siano buttate negli ultimi anni sulle pubblicazioni che riguardano le ricette degli autori di programmi di cucina, per esempio.

L’editoria rinasce.

L’accelerazione tecnologica post-pandemia potrebbe rappresentare un punto di rinascita per un settore in crisi e che arranca a ripartire, ma lo sarà davvero se sarà capace di ascoltare un pubblico giovane e sempre più esigente, ma soprattutto un pubblico che viaggia su binari e mezzi diversi.

Inutile, a questo punto, misurarsi con i dati che riguardano gli eventi tenuti dai diversi editori in Italia nel 2019 rispetto al 2020: ma è altrettanto inutile ribadire il concetto del boom degli eventi online programmati e tenutesi sulle varie piattaforme social.

L’editoria si reinventa.

Gli editori si sono visti costretti e reinventare un nuovo modo di comunicare per interagire con i loro utenti ma anche acquisendone dei nuovi: quella fascia d’età che è facilmente reperibile solo online.

La collaborazione con gli sponsor è diventata fondamentale per realizzare eventi su larga scala e riallinearsi con i tempi riappropriandosi dei nuovi linguaggi. Quello del 2020 è stato a tutti gli effetti un banco di prova per gli editori che nel 2021 si presentano con nuove strategie per attirare maggiori clienti e affiliare sempre di più il pubblico. La soluzione ideale che si adatta a questo settore è sicuramente quello phygital, ossia un evento a metà tra il virtuale e il fisico.


Dati AIE.

Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2020 e il consolidato del mercato del libro e del digitale nel 2019.

Nonostante la crisi pandemica che ha investito tutti i settori nel globo, AIE (Associazione Italiana Editori), conferma che il mercato del libro nel 2019 ha raggiunto un fatturato di 3,037 miliardi di euro, chiudendo un anno in positivo. Una crescita del +2,8% rispetto al 2018, consolidando così il risultato del 2018 (+3,0%). Nel dato sono compresi le vendite sulla piattaforma del colosso Amazon, il comparto educativo, il digitale e il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet), l’export di libri, ecc.

Questo risultato afferma che, al netto dei ricavi pubblicitari e della spesa per l’acquisto di hardware e dispositivi per l’accesso ai contenuti e dei contributi pubblici, il settore dell’editoria si conferma una delle prime industrie culturali del Paese, superata nel 2019 di appena 15 milioni solo da quella delle pay tv le quali sono avvantaggiate dagli abbonamenti sportivi.

Il settore, nonostante la crisi in atto in tutto il mondo, si proietta verso l’estero: nel 2019 c’è un aumento nella vendita di diritti, con un +8,7% rispetto al 2018.

Risultati positivi sono stati registrati anche per il numero di imprese attive (+0,1%), ma con un lieve arretramento nel numero di titoli pubblicati (-0,8%), mentre il numero dei titoli commercialmente vivi (+0,5%) ha raggiunto 1,2 milioni. Un valore, quest’ultimo, in progressivo aumento (era pari a 360mila nel 2000) e che esprime la potenzialità di avere un buon catalogo – essenza stessa del lavoro dell’editore – da valorizzare al meglio negli store on-line.

La percentuale di chi si dichiara lettore nella popolazione 15-74 anni («lettore nel complesso»: libri, e-book, audiolibri), risulta in crescita (65% rispetto al 62% del 2018), ma diminuisce, in media, il tempo che le viene dedicato, soprattutto dalle fasce più giovani della popolazione.

L’editoria è phygital.

Nella prima metà del 2020 le case editrici hanno diminuito i loro numeri di collaboratori per far fronte alla crisi assumendo invece professionisti del digitale per posizionarsi meglio online grazie agli eventi virtuali che hanno permesso di raggiungere un pubblico più ampio e giovane.

Fin quando il mondo non abbraccerà la normalità di una vita non più vincolata dalla pandemia, il settore editoriale dovrà interfacciarsi con il proprio pubblico con mezzi differenti: eventi online capaci di attirare l’interesse aumentando la propria cerchia. Realizzare talk online sui social, oppure dei veri e propri eventi virtuali su una piattaforma come Coderblock, con personaggi capaci di parlare agli utenti nel linguaggio social.

Non era solo un perno. Abbiamo inventato una nuova attività, che fondamentalmente pensiamo sia destinata a restare.

Jessica Sibley, CRO di Forbes

La famosa rivista americana Forbes, ha affermato che gli eventi virtuali hanno permesso al settore editoriale di raggiungere più persone promuovendo così un coinvolgimento più immersivo con il loro pubblico.

Il pubblico cambia, ed è disposto ad accettare questo cambiamento pur di rimanere connesso con ciò che rimane una possibile realtà accettabile. Nel corso del 2020, gli editori e le aziende hanno compreso il valore che gli eventi virtuali rappresentano e questo ha fatto sì che si organizzassero per fornire una migliore programmazione di eventi online sia al pubblico che agli sponsor.

Il phygital e i vantaggi per il settore editoriale.

Sono molti gli editori che stanno puntando sui nuovi strumenti che la tecnologia offre e lo fanno puntando sempre di più sui contenuti, la vera chiave di volta per coinvolgere e aumentare la base degli utenti.

La maggior parte degli editori, dopo una prima fase di prova nel 2020, sta organizzando eventi virtuali a pagamento. E il phygital sembra la soluzione ideale per fronteggiare questo nuovo modus operandi che si sta rivelando molto vantaggioso per questo settore che sta conoscendo, finalmente, la sua fase di rinascita.

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